L'idea dei "LYBRA" nasce nei primi giorni del 2003, in una stanza molto buia e piena di sudore, dove le risate si confondono con le incertezze. Cominciano così a scrivere e suonare il loro primo sputo di canzone. In un giorno molto freddo di febbraio, durante una festa tra amici, accesa dall’atmosfera un po’ pseudo - falò invernale, dove l’alcool e la buona musica sono i protagonisti, una goccia abbastanza corposa di sangria si riversa sugli strumenti ormai a pieno regime e alla domanda: “Cos’ era? Vino?” si sente dire: “Il vino fa sangue, è il lavoro che fa buttare il sangue!”.
I ragazzi si intendono subito sull’ironia della vita e decidono di prendere appuntamento, per provare a fare un po’ di rumore insieme.
L'armonia delle corde del basso subito si fonde indissolubilmente con la rabbia e l'energia del sound elettrico delle chitarre. Il nucleo è partito, la fusione è totale e la determinazione è massima. I LYBRA sono nati, ma quella stanza è davvero piccola per suonare ancora. Cominciano così la ricerca delle sale prove, talvolta disposti anche a suonare con strumenti di fortuna ma soprattutto con batteristi di poca fortuna. Ormai l’energia è troppo forte per poter svanire in un semplice “ride”. Nel frattempo continua la ricerca di nuove armonie, di nuove avventure, del vero sound marcato Lybra; numerose sono le idee che esplodono durante le loro jam-sessions.
Con diverse e sfuggenti figure alla batteria, cominciano a suonare in vari locali, facendo cover di vari gruppi come Afterhours, Red Hot Chili Peppers, Incubus, Nirvana, Jimi Hendrix , Depeche Mode e molti altri, accrescendo le loro influenze musicali . Sembra divertente, ma il fatto di piegarsi all’uso commerciale della musica crea ancora più rabbia e più voglia di esibirsi per proprio conto. Nello stesso anno intanto, dopo una serie di audizioni, la band trova il pezzo mancante del puzzle, una personalità molto giovane alla batteria dalla grinta invidiabile, che si adatta perfettamente all'esperienza musicale del gruppo. Così, mossi dall’irrefrenabile fervore della musica e dal desiderio di farsi conoscere in quell'ambito maledettamente ristretto, partecipano a una manifestazione per gruppi emergenti tenutasi in un palazzetto dello sport in periferia, presentando due canzoni inedite. Forse dopo l’emozione del pubblico difficile, decidono di fare il gran passo; per molti può sembrare impossibile ma ”l’impossibile è il possibile senza impegno”. Ora lavorano assiduamente al loro album dal titolo ”GIORNI VALVOLARI”. Che possa emozionarvi un giorno come ora emoziona noi"…
Recensione biografica a cura di Viola
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